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Stone Island

L'alchimia delle tinture rende unici capi tecnici, dotati di prestazioni speciali, realizzati industrialmente con processi avanzate.

Stone Island

"Un giorno arriva in azienda un materiale speciale, un telone da camion corposo, rosso da un lato e blu dall'altro. Per poterlo trasformare in un capo di abbigliamento, lo si mette in una lavatrice con acqua e pietre pomice e lo si lava, a lungo, per ammorbidirne la struttura, per domarla. Il primo prototipo è sorprendente, e si decide così di fare sei giacconi in quell'unica tela, denominata 'Tela Stella', e di dare a questa proposta un nome: Stone Island." . Carlo Rivetti Era il 1982. Da allora, l'azienda di abbigliamento creata da Massimo Osti, bolognese, di formazione grafico pubblicitario, diventa simbolo di ricerca su fibre e tessuti, applicata a un design innovativo. "Stone Island ha un'impronta marina, ricorda le vecchie cerate corrose dal mare. Spiega Carlo Rivetti, che entra in scena nel 1983 e acquista, con il GFT, il 50% dell'azienda e poi nel 1993, insieme alla sorella Cristina, la rileva totalmente. Una costante indagine sulla trasformazione e nobilitazione di fibre e tessuti porta a scoprire materiali e tecniche produttive mai utilizzati dall'industria dell'abbigliamento, come i tessuti rifrangenti o termosensibili, le tinture e i trattamenti speciali di finitura. Nel 2008 Carlo Rivetti ne assume la direzione creativa, affiancato da un team stilistico

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